Il Consiglio consultivo dei giudici europei, organo consultivo del Consiglio d'Europa, ha pubblicato il Parere n. 26 “Moving forward: the use of assistive technology in the judiciary” sull’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (AI) nell’esercizio dell’attività giurisdizionale.
Consiglio consultivo dei giudici europei - Parere 26/2023 Moving forward, the use of assistive technology in the judiciary: Parere sull’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale nell’esercizio dell’attività giurisdizionale
Anno 2023
Il documento è stato redatto sulla base delle precedenti opinioni del Consiglio e dei documenti del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea in materia. Il Parere ha anche tenuto conto delle risposte ad un questionario relativo all’utilizzo di sistemi di AI nell’esercizio dell’attività giurisdizionale da parte degli Stati rappresentati nel Consiglio consultivo dei giudici europei. Tale contesto, nel quale il documento si è sviluppato e si inserisce, viene introdotto nella prima sezione del testo.
La seconda sezione espone lo scopo del documento, ovvero l’analisi dell'utilizzo delle nuove tecnologie (compresa l’AI) a supporto del settore giudiziario, sottolineando la necessità di aggiornare lo stesso al passo con l'evoluzione tecnologica. Il testo evidenzia l'importanza di sviluppare e adoperare le nuove tecnologie in modo che sostengano i principi dello Stato di diritto, migliorando l'accuratezza decisionale e la rapidità dei procedimenti giurisdizionali.
La terza sezione evidenzia il ruolo della tecnologia per assicurare una corretta allocazione delle risorse e l’efficienza della giustizia, offrendo anche ai sistemi giudiziari la possibilità di espandere la loro funzione e promuovere la giustizia preventiva e la riduzione delle controversie, ad esempio tramite la promozione di strumenti di risoluzione alternativa del contenzioso. Inoltre, attraverso l'analisi dei dati estratti da sentenze pubbliche è possibile identificare e affrontare proattivamente le cause delle controversie, contribuendo così ad eventuali riforme atte a prevenirne la nascita.
La quarta sezione si concentra su usi specifici della tecnologia, e dell’AI in particolare. In relazione ai sistemi per la gestione ed elaborazione dei dati, questi sono ampiamente utilizzati per aumentare l’efficienza del settore giudiziario, ad esempio nell’amministrazione e nella gestione dei procedimenti. Altri strumenti che utilizzano tecnologie digitali e l’AI sono il deposito elettronico e la gestione delle udienze remote e ibride. Inoltre, il tracciamento e la gestione dei fascicoli sono funzionali - tra gli altri - all’efficientamento dell’amministrazione, ad una efficace programmazione e pianificazione delle udienze, al monitoraggio delle scadenze procedurali, nonché alla trasparenza dei procedimenti e del loro avanzamento.
La quinta sezione ribadisce la centralità dei principi di indipendenza ed imparzialità dell’apparato giudiziario, identificando due sfide sostanziali nell’implementazione delle nuove tecnologie, ovvero garantire il giusto processo (in relazione alle udienze tenute in forma ibrida) e l’indipendenza dei giudici. Infatti, l’utilizzo di sistemi di AI potrebbe portare ad una perdita di autonomia e di capacità decisionali da parte dei giudici a causa della mancanza di trasparenza dei sistemi di machine learning.
Altri temi rilevanti evidenziati dal testo sono questioni relative al design e all’implementazione dei sistemi, al finanziamento adeguato sia della tecnologia che dell’apparato giudiziario, alla accessibilità, sicurezza e protezione dei dati, nonché al benessere fisico dei giudici che si avvalgono delle nuove tecnologie.
In relazione al contesto etico-giuridico per l’uso della tecnologia, la sesta sezione ricorda la necessaria osservanza da parte degli Stati membri degli articoli 6 (diritto a un equo processo), 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 10 (libertà di espressione) della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo Oltre a ciò, considerati i rischi di parzialità determinati dall’uso della tecnologia e dai suoi effetti, il documento afferma la necessità di garantire i diritti menzionati coerentemente con quanto stabilito dal principio di non discriminazione . Il testo evidenzia anche la necessità di prevedere basi legislative per l’utilizzo di strumenti tecnologici (soprattutto quando siano di supporto al processo decisionale), così da assicurare la transizione digitale di questo settore pur mantenendo alcune eccezioni.
La settima sezione presenta quattordici principi che devono essere rispettati nell’uso delle tecnologie per aumentare la legittimità dell’ apparato giurisdizionale e la fiducia nello stesso: (i) supporto e promozione dello Stato di diritto, (ii) garanzia di indipendenza e imparzialità del giudice, (iii) rispetto dell’autonomia giudiziaria (il processo decisionale deve essere realizzato unicamente dal giudice), (iv) supervisione dell’apparato giurisdizionale nell’approvvigionamento, design e controllo della tecnologia, (v) uso delle innovazioni tecnologiche per promuovere l'accesso effettivo alla giustizia, (vi) interoperabilità dei sistemi informatici, (vii) sperimentazione prima della piena implementazione delle nuove tecnologie, (viii) design non discriminatorio, (ix) trasparenza e intelligibilità per gli utilizzatori, (x) presenza di adeguati meccanismi di responsabilità, (xi) integrità, sicurezza e protezione dei dati, (xii) pubblicità delle informazioni pur tutelando la privacy, (xiii) adeguato finanziamento per l’introduzione, manutenzione ed uso della tecnologia, (xiv) formazione per giudici e membri dell’amministrazione.
Il testo presenta infine un glossario al fine di definire i termini utilizzati all’interno del Parere.
Il testo del documento è disponibile al seguente link e nel box download.