Nel caso State v. Loomis (881 N.W.2d 749 (Wis. 2016)) la Corte Suprema del Wisconsin ha ritenuto che l’utilizzo del software di calcolo del rischio di recidiva “COMPAS” da parte di un tribunale ordinario nell’ambito di un giudizio penale non violi il diritto al giusto processo dell’imputato.
Wisconsin (USA) – Supreme Court of Wisconsin - State v. Loomis: sull’impiego nell’ambito di un giudizio penale del software di calcolo del rischio di recidiva COMPAS
13 luglio 2016
Eric Loomis è un cittadino statunitense condannato a sei anni di carcere per aver preso parte, nel 2013, ad una sparatoria. Nel decidere e motivare la condanna comminata il giudice ha fatto riferimento, tra le altre valutazioni (gravità del crimine commesso e storia criminale dell’imputato), anche al risultato prodotto dal software COMPAS circa il rischio di recidiva dell’imputato, il quale veniva identificato come soggetto ad alto rischio.
Loomis presenta istanza di appello (post-conviction motion) contro la sentenza lamentando la violazione del suo diritto al giusto processo a causa dell’utilizzo da parte del giudice del software COMPAS sulla base di tre motivi. Innanzitutto, viene contestata la violazione del diritto ad una sentenza basata su informazioni accurate e ciò in quanto non sarebbe stato possibile valutare l’accuratezza del risultato prodotto a causa della natura commerciale privata del software. Loomis lamenta, inoltre, la violazione del diritto ad una sentenza individuale, cioè basata sul proprio caso specifico, in quanto COMPAS utilizzerebbe dati aggregati sul rischio di recidiva di soggetti simili all'autore del reato. Infine, l’appellante rileva una discriminazione basata sul genere in quanto fattore considerato dall’algoritmo nel calcolo del rischio.
La sentenza viene confermata in appello e il caso viene riferito alla Corte Suprema del Wisconsin. La Corte Suprema rigetta i tre motivi di impugnazione proposti da Loomis.
Per quanto riguarda la natura proprietaria dell’algoritmo e l’impossibilità per l’imputato di verificarne il corretto funzionamento nel calcolo del rischio di recidiva, la Corte Suprema asserisce che, poiché le informazioni impiegate dall’algoritmo provengono da un questionario sottoposto al soggetto imputato e da documenti pubblici, quest’ultimo ha completa contezza del tipo di dati utilizzati dal software. Per quanto riguarda il secondo argomento avanzato da Loomis, la Corte enfatizza il potenziale di COMPAS di fornire ai giudici una più completa panoramica di informazioni sull’imputato. Tale fattore, ossia il risultato prodotto dall’algoritmo, non è infatti l’unico preso in considerazione dai giudici nell’assumere la decisione finale. Infine, la Corte rigetta l’argomentazione di Loomis relativa alla discriminazione di genere affermando che l’inclusione nel calcolo del rischio di recidiva di tale fattore è necessario ad aumentare l’accuratezza stessa del risultato.
Tuttavia, pur affermando la possibilità per i giudici di includere lo strumento di risk assessment nel processo valutativo di una condanna, la Corte stabilisce alcuni limiti e cautele nell’impiego dello strumento algoritmico, al fine di tutelare il diritto dell’imputato ad un giusto processo. Innanzitutto, i) i tribunali non dovrebbero utilizzare il risultato prodotto dall’algoritmo come unico fattore determinante la decisione di condanna o meno; ii) i giudici sono poi obbligati a fornire una motivazione per la decisione assunta che vada oltre la mera indicazione del risultato prodotto dal software; da ultimo, iii) le corti non possono determinare la severità della pena sulla base del risk assessment. La Corte Suprema del Wisconsin specifica inoltre che, nei casi in cui venga richiesto dall’autorità giudiziaria un Presentence Investigation Report che includa anche il risultato del rischio di recidiva dell’imputato prodotto da COMPAS, deve essere messo in evidenza che: 1) COMPAS è un software commerciale, la società non ha rilasciato informazioni sul peso specifico di ogni fattore considerato e sulla formula utilizzata; 2) i punteggi di rischio attribuiti agli individui si basano su dati di gruppi con specifiche caratteristiche; 3) alcuni studi hanno ipotizzato che l’algoritmo possa produrre risultati pregiudizievoli nei confronti delle minoranze; 4) su COMPAS non è stato condotto uno studio di validità e accuratezza sulla popolazione del Wisconsin; 5) COMPAS non è stato sviluppato per un uso giudiziale in fase di decisione della sentenza.
Contro la decisione della Corte Suprema del Wisconsin è stato proposto appello alla Corte Suprema federale che il 26 giugno 2017 ha tuttavia negato il writ of certiorari.
La sentenza è disponibile al seguente link e nel box download.