Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha pubblicato un parere in cui affronta il tema della comunicazione della pandemia, in particolare quella istituzionale, nei suoi rapporti con i media e la comunicazione scientifica.
Comitato Nazionale per la Bioetica – Parere: “La comunicazione istituzionale nell’ambito della pandemia: aspetti bioetici”
Anno 2022
Una comunicazione adeguata contribuisce ad una gestione ottimale del rischio, adeguando il rischio percepito a quello effettivo; è importante dunque approcciarsi in modo corretto ai tre tipi di comunicazione: la comunicazione istituzionale, quella massmediale e quella scientifica.
In situazioni di emergenza sanitaria, è fondamentale che le informazioni non solo siano corrette, veritiere, trasparenti e responsabili, ma che siano anche efficaci nel raggiungimento dei destinatari. Durante la pandemia, spesso non è stato possibile pianificare campagne di informazioni omogenee, quindi si è assistito ad una moltiplicazione di voci e forme comunicative.
Secondo il CNB, per essere efficace, la comunicazione in stato di emergenza deve entrare in contatto con l’emotività dei destinatari, gestendone gli stati psicologici. Un ruolo fondamentale è svolto dagli esperti, in grado di presentare, attraverso i media, lo stato delle conoscenze nel settore: durante la recente pandemia, si è assistito alla partecipazione degli esperti in un contesto mediatico non adeguato e suggestionato da spettacolarizzazione che ha compromesso la fiducia dei cittadini verso la scienza.
Le moderne tecnologie permettono un accesso diretto alle informazioni tramite la rete e i social media, spesso in modo disancorato dalle responsabilità e dalle norme deontologiche del giornalismo tradizionale. Questo ha dato luogo alla c.d. "infodemia”, cioè al “caos informativo prodotto da un proliferare incontenibile e incontrollabile di notizie, paragonabile al diffondersi di un virus”: l’infodemia ostacola la gestione delle epidemie e genera sfiducia.
La comunicazione istituzionale è chiamata ad intervenire per arginare questo problema, promuovendo gli interessi dell’intera società, attraverso la comunicazione di informazioni coordinate, motivate e il più trasparenti possibile. In questo modo aumenta la fiducia dei cittadini delle istituzioni e rende più facile che questi seguano i provvedimenti dell’autorità.
Per queste ragioni, in Comitato ritiene importante lo sviluppo di un’”etica della comunicazione” che segua codici di autoregolamentazione etico-deontologica e una migliore alfabetizzazione sanitaria. Al contempo, è fondamentale che i cittadini vengano educati a discernere le informazioni di qualità dalle fake news e che la comunicazione sia sempre eticamente inclusiva ed in grado di adattarsi ai bisogni di tutte le categorie di persone.
Il testo del parere è disponibile nel box download e a questo link.