Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha affrontato il tema dei vaccini anti Covid-19 con particolare riferimento alle categorie di persone particolarmente vulnerabili come rifugiati, richiedenti asilo, persone senza permesso di soggiorno e minori stranieri non accompagnati.
Comitato Nazionale per la Bioetica – Parere: “Vaccinazioni anti Covid-19 e migranti”
Anno 2022
Con la mozione “Urgenza vaccinale” del 12 marzo 2021, il CNB aveva già chiarito l’importanza di vaccinarsi senza disuguaglianze, per raggiungere l’immunità di gregge includendo anche le categorie maggiormente esposte al rischio del contagio ma non in grado di concludere facilmente l’iter amministrativo per accedere al vaccino.
In questa categoria di persone vanno inseriti anche tutti coloro che sono rifugiati, profughi, privi del permesso di soggiorno, vittime di tratta e altri soggetti che genericamente vengono indicati con il termine “migranti”. Come il CNB ha già sottolineato nel documento “Covid-19: salute pubblica, libertà individuale, solidarietà sociale” del 28 maggio 2020, la pandemia accresce i fattori di diseguaglianza in termini di diritto alla salute e aggrava le condizioni socio-economiche già sfavorevoli dei gruppi più vulnerabili.
Queste popolazioni, inoltre, spesso presentano una copertura vaccinale bassa e incompleta anche per altre patologie infettive e i migranti nel nostro paese possono trovarsi a vivere in condizioni igienico-sanitarie inadeguate o in situazioni di sovraffollamento, vedendo aumentato considerevolmente il rischio di contagio. La pandemia ha accresciuto la difficoltà per questi soggetti di completare le procedure amministrative per l’accesso alle cure e di comprendere la campagna di comunicazione e informazione sanitaria, non sufficientemente inclusiva.
Nel documento “Statement on COVID-19. Ethical considerations from a global perspective (2020)”, l’International Bioethics Committee e la World Commission of Ethics of Scientific Knowledge and Technology dell’Unesco includono questi soggetti tra le categorie più vulnerabili, sottolineando che la pandemia aggrava la loro vulnerabilità connessa a discriminazione e povertà.
La vulnerabilità dei migranti è nuovamente venuta alla luce in modo drammatico a seguito della guerra in Ucraina che è uno dei Paesi europei con il tasso di vaccinazioni più limitato, sia contro il Covid-19 (solo il 35% della popolazione) che rispetto ai vaccini di routine.
Per queste ragioni, in CNB raccomanda una strategia vaccinale chiara dedicata ai migranti, l’assicurazione della vaccinazione anti Covid-19 a tutti i migranti non vaccinati a partire dai 5 anni di età, la predisposizione di un adeguato sistema di medici formati, mediatori culturali e interpreti e la valorizzazione di una campagna informativa inclusiva.
Il testo del parere è disponibile nel box download e a questo link.