I profili sanitari, redatti con una cadenza biennale, mirano a fornire una visione sintetica ma globale sulla salute e i sistemi sanitari dei Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio economico europeo. Tali profili sono frutto del lavoro congiunto dell’OCSE e dell’European Observatory on Health Systems and Policies in collaborazione con la Commissione europea e si inseriscono nell’ambito del ciclo Lo stato della salute nell’UE.
European Observatory on Health Systems and Policies (Commissione Europea) – Profilo sulla sanità in Italia 2023
Anno 2023
Il profilo è strutturato in 7 punti di cui il primo e l’ultimo riguardano rispettivamente gli Highlights e i risultati principali. Il nucleo del profilo è invece rappresentato dai 5 punti centrali: “La salute in Italia”, “I fattori di rischio”, “Il sistema sanitario”, “Performance del sistema sanitario” e “Salute mentale” (quest’ultimo punto è stato inserito per la prima volta). Le informazioni e i dati contenuti nei profili sanitari per paese derivano principalmente da statistiche nazionali ufficiali fornite a Eurostat e all’OCSE.
Il primo punto affrontato è intitolato “Highlights”, all’interno del quale vengono riassunti brevemente e attraverso l’utilizzo di grafici gli aspetti che seguono.
Il contenuto del secondo punto, “La salute in Italia”, riguarda in particolare la speranza di vita. In Italia, come negli altri Stati dell’UE, la speranza di vita ha visto un continuo aumento negli ultimi decenni. Tuttavia, nel 2020 l’aspettativa di vita in Italia si è abbassata a 82,3 anni (rispetto ai precedenti 83,6 anni) a causa del Covid-19. I dati più recenti mostrano che recentemente c’è stata una leggera risalita; infatti, la media si è alzata a 83 anni. L’Italia rimane quindi tra i Paesi più longevi dell’UE, collocandosi al terzo posto (dietro alla Spagna con 83,2 anni e agli 83,1 della Svezia). Tra le cause di morte, quella principale durante il periodo pandemico era il Covid-19, provocando circa oltre un decesso su dieci, mentre nel 2022 la principale causa di morte in Italia è stata rappresentata dalle malattie cardiovascolari, seguite poi dal cancro.
Nel terzo punto vengono presi in analisi i “Fattori di rischio”, denominati così poiché sono quei fattori comportamentali e ambientali che rappresentano le principali cause di mortalità. Questi fattori (tra cui il tabagismo, il consumo di alcolici, i rischi alimentari e la scarsa attività fisica) sono la causa di circa un terzo di tutti i decessi in Italia. Per quanto riguarda il tasso di tabagismo, emerge dai dati che per alcuni decenni è stato in diminuzione, ma poi durante la pandemia è aumentato (tra il 2019 e il 2022). Il fattore di rischio dovuto al consumo di alcolici è molto meno diffuso che negli altri paesi dell’UE, anche se negli ultimi anni è aumentato il numero di adolescenti che dichiarano di essersi ubriacati più di una volta. Un’analisi positiva emerge dai tassi di obesità che rimangono relativamente bassi. Nonostante ciò, l’inattività fisica rappresenta un dato allarmante che riguarda tutte le fasce d’età, aumentando così il rischio di una maggiore diffusione dell’obesità in futuro.
Il “Sistema sanitario” in Italia (punto 4) è decentrato, organizzato su base regionale ma gestito dal Governo. Per quanto riguarda in particolare la spesa sanitaria italiana, essa è inferiore alla media UE (rappresenta circa il 9,4% del PIL a fronte dell’11% di media europea). Tuttavia, per fronteggiare l’emergenza pandemica, la spesa sanitaria è aumentata negli ultimi anni. Inoltre, per quanto riguarda il numero del personale sanitario, esso è in linea con la media europea, ma insufficiente soprattutto sulla medicina generale (dovuto anche al fatto che in Italia la popolazione è molto anziana).
Il quinto punto illustra le “Performance del sistema sanitario”, affrontando il tema in tre aspetti: l’efficacia (5.1), l’accessibilità (5.2) e la resilienza (5.3). Sotto l’aspetto dell’efficacia, i tassi di mortalità dovuti a cause potenzialmente prevenibili e trattabili sono bassi in Italia, così come lo sono il numero di ricoveri evitabili (nonostante la situazione sia diversa in base alle regioni). L’accessibilità al sistema sanitario viene valutata sulla base dei bisogni di cure mediche non soddisfatti (per fattori geografici, costi o tempi di attesa), in Italia il numero di persone non soddisfatte è inferiore alla media europea (circa l’1,8% a fronte del 2,2%). Infine, la resilienza è rappresentata dalla ripresa dei sistemi sanitari europei dopo il Covid-19 (anche grazie ai fondi europei del PNRR).
L’ultimo aspetto affrontato è il focus sulla “Salute mentale”. La stima è che circa una persona su sei abbia sofferto di un disturbo mentale nel 2019, una percentuale europea in linea con quella italiana. Viene messo in luce che i servizi presenti sul territorio sono stati rafforzati ma che durante la pandemia ci sia stato un numero significativo di bisogni non soddisfatti di salute mentale. Per quanto riguarda i dati relativi ad alcuni aspetti specifici, si nota come sia la depressione che il suicidio sono inferiori rispetto al resto d’Europa.
Nelle “Conclusioni” viene ripercorso ciò che è stato illustrato nel profilo di sanità, ponendo l’attenzione sui passaggi più rilevanti.
Il documento è disponibile al seguente link e nel box download.
Documenti correlati:
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