Il CCNE con questo parere affronta sistematicamente le questioni etiche che si pongono in relazione al tema del fine vita, avanzando al contempo alcune raccomandazioni.
Francia – Comité Consultatif National d’Ethique (CCNE) – Avis n. 139 del 13 settembre 2022 - Questioni etiche relative alle situazioni del fine vita, autonomia e solidarietà
Anno 2022
Il parere è strutturato in tre parti precedute da un’introduzione in cui si sottolinea particolarmente che i principi su cui si basa la riflessione del Comitato, come già affermato già in passato, sono il dovere di solidarietà verso le persone più fragili e il rispetto dell’autonomia della persona.
La prima parte è dedicata ai pareri previamente resi dal CCNE sul tema e all’evoluzione legislativa del fine vita di cui si fa una breve ricognizione.
La seconda parte affronta, invece, sistematicamente, alcune questioni etiche che si pongono in tema del fine vita. In questo senso, il Comitato condanna le disuguaglianze ancora presenti sul territorio nazionale in tema di accesso alle cure palliative, sottolinea l’esigenza di rafforzare il ruolo della “personne de confiance” (cd. persona di fiducia), così come la promozione delle direttive anticipate di trattamento le quali risultano sottoscritte ancora da un numero troppo basso di cittadini francesi. Il Comitato fa leva poi sull’importanza della dimensione deliberativa nella procedura collegiale in caso di interruzione dei trattamenti.
Successivamente il Comitato prende in considerazione tutti quei casi relativi a malattie che non prospettano una morte nel breve termine (e che dunque consentirebbero l’applicazione della Legge del 2016) ma che comunque risultano irreversibili e per le quali dunque le cure palliative risultano una misura legislativa insufficiente e che invece sollecitano un dibattito circa la necessità dell’assistenza al suicidio o dell’eutanasia. In questo senso il Comitato, dopo aver fatto presente che «le respect du droit à la vie ne vaut pas devoir de vivre une vie jugée insupportable par celui ou celle qui la traverse. Il n’y a pas d’obligation à vivre» (pag. 26), rileva l’esistenza di una pluralità di opinioni al suo interno di cui dà conto nel parere assieme a tutta una serie di questioni controverse che emergono in tema di assistenza al suicidio ed eutanasia tra cui il ruolo del medico e la valutazione di situazioni limite.
Infine, nell’ultima parte, il CCNE formula delle raccomandazioni sempre cercando un punto di equilibrio per il rispetto dei principi sopradetti (dovere di solidarietà verso le persone più fragili e il rispetto dell’autonomia della persona), tra cui:
- Rafforzare le misure di sanità pubblica in tema di cure palliative anche sostenendo e diffondendo la possibilità di redigere le dichiarazioni anticipate di trattamento;
- Prendere in considerazione una serie di esigenze etiche e di parametri ben precisi in caso di depenalizzazione dell’aiuto a morire, tra cui la presenza di una malattia grave ed incurabile che causa sofferenze intrattabili e con una prospettiva di vita di medio termine.
- Necessità di un dibattito pubblico.
Il parere si conclude con una “Réserve” in cui alcuni membri del Comitato mostrano delle rimostranze sulla possibilità di addivenire ad una modifica legislativa che introduca l’assistenza al suicidio.
Il parere è disponibile al seguente link e nel box download in versione originale.
A questo link, invece, il comunicato stampa.
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