Il parere 142 del Comitato consultivo etico nazionale per le scienze della vita e la salute (CCNE) affronta il tema del consenso nel contesto delle visite ginecologiche o di quelle che riguardano l’intimità. Dopo una prima parte dedicata alla ricognizione sullo stato attuale, il CCNE fornisce alcune raccomandazioni utili alla costruzione di un ambiente rispettoso e rassicurante capace, dunque, di agevolare il percorso di diagnosi e cura.
Francia – Comité consultatif national d’etique pour les sciences de la vie et de la santé - Parere n. 142 sul “Consenso e rispetto della persona nella pratica degli esami ginecologici che riguardano l’intimità”
Anno 2023
Il parere si pone in continuità con il Parere 136 del luglio 2021 su “Evoluzione delle questione etiche relative al consenso in sanità”, e costituisce la risposta ad un rinvio del Primo ministro del luglio 2022 il quale chiedeva al Comitato una riflessione approfondita sulla nozione di consenso nel contesto in oggetto.
Il parere è il risultato di un periodo di studio, durato otto mesi, in cui il gruppo di lavoro ha ascoltato diverse persone rappresentanti le varie realtà coinvolte: utenti, professionisti della salute, ginecologi, ostetriche, specializzandi e caregiver. Ne scaturisce un documento utile ai professionisti sanitari per comprendere e approfondire quali sono le migliori strategie da adottare durante l’effettuazione di esami ginecologici o che coinvolgono l’intimità della persona.
Innanzitutto, all’interno del documento, la CCNE si è occupata della ridefinizione delle nozioni di:
- intimità (lo spazio fisico (esterno) o psichico (interno), strettamente personale, dal quale gli altri sono esclusi a meno che non siano invitati, generalmente appartenente alla segretezza e protetto dalla divulgazione attraverso il silenzio, l'avvolgimento o la dissimulazione);
- pudore (discrezione, ritegno o disponibilità all'imbarazzo di fronte a discorsi o gesti che possono offendere il pudore, penetrare nell'intimità fisica o psicologica, minare la giusta distanza dagli altri o coinvolgere la sessualità);
- integrità (Si riferisce allo stato di una cosa o di un essere che è rimasto intatto, che non ha subito alcuna alterazione nel corpo o nella psiche e in cui non manca nulla. È anche un diritto tutelato dal legislatore nelle sue due dimensioni fisica e mentale).
Dopo aver enunciato una serie di comportamenti considerati illegittimi e sproporzionati durante l’effettuazione delle visite ginecologiche o di quelle che riguardano l’intimità della persona, il documento dà grande rilievo al c.d. momento comunicativo.
Secondo il CCNE i professionisti della salute dovrebbero investire un buon quantitativo del c.d. tempo di cura nella spiegazione delle procedure, delle loro conseguenze e degli eventuali effetti collaterali. La corretta strutturazione della comunicazione appare l’unico mezzo utile alla creazione di un rapporto di fiducia che appare imprescindibile per il superamento della c.d. asimmetria comunicativa che tipicamente caratterizza tale rapporto. In particolare, durante il momento della raccolta del consenso all’effettuazione della prestazione medica è necessario che il professionista della salute ricordi al paziente che ha la libertà di acconsentire, gradualmente o parzialmente, all’esame o di revocare il consenso in ogni momento. Inoltre, viene sottolineato come il consenso debba essere esplicito (nonché differenziato) e mai tacito o presunto.
All’interno del documento vengono poi fornite alcune raccomandazioni utili alla costruzione di un ambiente rispettoso e rassicurante capace, dunque, di agevolare il percorso di diagnosi e cura. Queste sono:
- Fornire agli utenti tutte le informazioni relative all’opportunità, all’andamento e agli eventuali rischi degli esami che coinvolgono l’intimità;
- Prestare particolare attenzione a quelle situazioni tali da disincentivare la partecipazione delle donne vittime di violenza agli esami diagnostici:
- Migliorare e rafforzare i meccanismi che permettono all’operatore sanitario di contattare parti terze e fidate delle vittime o dei testimoni di violenza o abuso;
- Creare strutture specifiche per le consultazioni ginecologiche di persone in situazioni di vulnerabilità (pazienti in condizioni di disabilità, immigrati, minori e giovani, pazienti affetti da disagio psicologico o da disturbi mentali o cognitivi, persone vittime di violenza);
- Incoraggiare, per quanto possibile, la partecipazione dei pazienti alla formazione degli operatori sanitari;
- Accrescere la consapevolezza degli operatori sanitari sui diritti di pazienti e sull’etica sanitaria anche tramite appositi percorsi di formazione;
- Sviluppare corsi specifici per gli operatori sanitari capaci di formare gli stessi alla corretta comunicazione durante l’esecuzione di esami intimi o attinenti la sfera intima;
- Incoraggiare la divulgazione di raccomandazioni e buone pratiche da parte di associazioni di pazienti e organizzazioni professionali.
Il testo del parere è disponibile al seguente link e nel box download