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Belgio - Cour d’Appel Bruxelles - Klimaatzak v. Kingdom of Belgium & Others: la Corte riconosce un’obbligazione positiva in capo alle autorità pubbliche di mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita privata e familiare dei ricorrenti
30 gennaio 2023

La Corte d’Appello di Bruxelles riconosce un’obbligazione positiva in capo alle autorità pubbliche, imposta alla luce degli articoli 2 e 8 CEDU, rendendo doverose le misure volte a mitigare le conseguenze negative del riscaldamento globale sulla vita privata e familiare dei ricorrenti.

Numero
8411
Anno
2023

La vicenda giudiziaria prende avvio nel 2015, quando l’associazione senza scopo di lucro Klimaatzaak (“caso climatico” in olandese), assieme a 60.000 persone fisiche come co-ricorrenti, ha citato in giudizio, innanzi al Tribunale civile di prima istanza di Bruxelles, lo Stato federale, la Regione vallona, la Regione fiamminga e la Regione di Bruxelles Capitale, facendo valere la loro responsabilità civile per la violazione del dovere di diligenza nel definire le misure adeguate a prevenire il riscaldamento globale.
La base giuridica delle pretese azionate si fondava sulla presunta violazione non soltanto degli articoli 1382 e 1383 del Code civil belga (principio generale del neaminem laedere) ma anche degli articoli 2 e 8 CEDU, per la presunta violazione dell’obbligo di diminuire, entro il 2020, il volume complessivo delle emissioni climalteranti annuali del 40% o almeno del 25% rispetto ai livelli del 1990.
I ricorrenti miravano, inoltre, a dimostrare come gli stessi obiettivi europei in ambito di riduzione delle emissioni di gas serra fossero insufficienti, poichè inadatti a raggiungere l’obiettivo del contenimento dell’aumento della temperatura terrestre non oltre i 1,5°C.
Inoltre, i ricorrenti hanno invocato la violazione degli articoli 6 e 24 della Convenzione sui diritti del fanciullo, sostenendo che l’assenza di misure efficaci contro gli effetti negativi del cambiamento climatico comporterebbe conseguenze nocive amplificate nel corso della vita delle attuali generazioni giovani.

Nel giugno 2017, il Tribunale belga di prima istanza ha accertato una violazione degli articoli 2 e 8 CEDU, nonché degli articoli 1382 e 1383 dell'allora vigente Codice civile belga (responsabilità extracontrattuale), a causa dell'insufficiente azione dello Stato federale e delle Regioni per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita privata e familiare dei ricorrenti. Tuttavia, i giudici di prima istanza hanno rifiutato di imporre un target di riduzione delle emissioni gas serra, ritenendo che ciò costituisse una violazione del principio di separazione dei poteri.

In seguito all’appello proposto contro la sentenza di primo grado, nel novembre 2023, la Corte di Appello di Bruxelles ha confermato la sentenza di primo grado, accertando l’inadempimento dello Stato del Belgio e delle Regioni convenute all’obbligo positivo di contrastare il cambiamento climatico, derivante dagli artt. 2 e 8 della CEDU. Tuttavia, la sentenza di appello ha riformato la decisione di primo grado, ritenendo che l’adozione di un’ingiunzione nei confronti del legislatore non fosse in contrasto con il principio di separazione dei poteri, purché il legislatore mantenesse la libertà di scegliere le misure attraverso cui adempiere all’ingiunzione medesima.
Di conseguenza, la Corte di Appello ha ordinato allo Stato federale e alle Regioni convenute di adottare, ciascuno nell’esercizio delle proprie competenze, le misure necessarie per garantire una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Il caso è attualmente pendente dinanzi alla Corte di Cassazione belga.

Il testo completo della sentenza è disponibile al seguente link e nel box download.

Valentina Eisendle
Pubblicato il: Lunedì, 30 Gennaio 2023 - Ultima modifica: Lunedì, 17 Marzo 2025
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