La decisione presa a termine di una procedura prevista ex lege di interrompere idratazione e alimentazione artificiali per un paziente in stato vegetativo irreversibile è legittima. In particolare, la Cour de Cassation afferma che il diritto alla vita non rientra nella fattispecie del diritto alla libertà individuale.
Francia – Cour de Cassation (Assemblée plénière) – sent. 647/2019: Vincent Lambert, fine vita, accanimento terapeutico, sospensione nutrizione e idratazione artificiali
28 giugno 2019
Tale pronuncia si inserisce nell’intricata vicenda giudiziaria di Vincent Lambert, infermiere dichiarato in stato vegetativo irreversibile a seguito di un incidente in auto nel 2008.
Il 20 maggio 2019 la Corte d’Appello di Parigi ha sospeso la decisione dei medici di interrompere l’idratazione e l’alimentazione artificiali a favore del sig. Lambert, ordinando di mantenerle (così come richiesto dal Comitato Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (CDPD). Secondo tale Corte, infatti, una decisione contraria costituisce voie de fait.
Contro tale pronuncia si è presentato ricorso davanti alla Cour de Cassation, che si è quindi dovuta esprimere sul seguente quesito:
Il mancato adempimento delle misure provvisorie di mantenimento dell’idratazione e dell’alimentazione artificiali richieste dal Comitato Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (CDPD) costituisce voie de fait o, in altri termini, lo Stato ha preso una decisione che viola la libertà individuale ponendo in essere un atto non riconducibile ai poteri ad esso attribuiti ex lege?
Nella nota esplicativa alla sentenza si chiarisce che la decisione di sospendere idratazione e alimentazione artificiali non costituisce violazione della libertà individuale (liberté individuelle) ex art. 66 Costituzione francese. Il Conseil costitutionel, infatti, non si è mai riferito alla libertà individuale se non nei termini di privazione della libertà (detenzione, ospedalizzazione senza consenso) e non ha mai riconosciuto esplicitamente il diritto costituzionale alla vita. Al contrario, già nel Preambolo alla Costituzione, si tutela la dignità umana da tutte le forme di oppressione e comportamenti degradanti. «Il en résultait en l’espèce que le droit de M. [Lambert] au maintien de l’alimentation et de l’hydratation artificielles, s’il était susceptible de relever du droit à la vie, ne relevait pas de la liberté individuelle».
La Cassation, pur non pronunciandosi sulla vincolatività della domanda del CDPD, ha affermato che la decisione di arrestare i trattamenti presa a termine della procedura collegiale prevista dal Code de la santé publique non può essere considerata come manifestamente non riconducibile ai poteri attribuiti ex lege allo Stato, escludendo quindi la voie de fait. A ulteriore riprova, la nota esplicativa riporta come né il Conseil d’État né la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avessero rilevato tale violazione.
La decisione del collegio di sospendere idratazione e alimentazione artificiali è quindi legittima.
Il testo integrale della sentenza è disponibile nel box download e a questo link.