Vai menu di sezione

Germania - Bundesverfassungsgericht – BvR 2656/18 - Klimabeschluss: la Corte costituzionale tedesca dichiara l’incostituzionalità della legge federale sul clima per non aver disciplinato le misure di mitigazione relative al periodo successivo al 2030
24 marzo 2021

Il Bundesverfassungsgericht tedesco ha dichiarato incostituzionale la legge federale sulla protezione del clima, in quanto non prevedeva misure di mitigazione per il periodo successivo al 2030 e, di conseguenza, non garantiva una distribuzione equa delle quote di riduzione delle emissioni di gas serra nel tempo.

Numero
BvR 2656/18
Anno
2021

Nel 2020, un gruppo di nove giovani tedeschi, guidati da Luisa-Marie Neubauer, una delle figure protagoniste del movimento Fridays for Future in Germania, hanno impugnato dinanzi al Bundesverfassungsgericht la legge federale sulla protezione del clima (Bundesklimaschutzgesetz), emanata il 12 dicembre 2019, sostenendo che gli obiettivi nazionali in materia di cambiamenti climatici e i livelli di emissioni annue consentiti fino al 2030 fossero del tutto inadeguati per affrontare adeguatamente la crisi climatica e, per questo, incompatibili con i diritti fondamentali.

In particolare, i ricorrenti lamentavano il rischio concreto e attuale di lesione dei diritti riconosciuti agli articoli 1 (protezione della dignità umana), 2.2 (diritto alla vita e all’integrità fisica), in relazione all’articolo 20a (tutela delle naturali condizioni di vita anche nei confronti delle generazioni future), 12.1 (Libertà della professione) e 14.1 (diritto di proprietà) e 20.3 (principio dello Stato di diritto) del Grundgesetz tedesco, nonché dei diritti riconosciuti agli articoli 2 e 8 della CEDU.

Il 24 marzo 2021, il Bundesverfassungsgericht si è pronunciato dichiarando l’incostituzionalità della legge federale sulla protezione del clima, in quanto non disciplinava le misure di mitigazione relative al periodo successivo al 2030. La Corte ha ritenuto che la legge fosse incostituzionale nella parte in cui distribuiva in modo iniquo le quote di riduzione delle emissioni di gas climalteranti nel tempo, determinando il progressivo esaurimento delle stesse. Questo esaurimento avrebbe comportato, in futuro, una progressiva limitazione delle libertà e dei diritti fondamentali, il cui esercizio è legato alle emissioni di CO2.

La Corte ha sottolineato che una cattiva gestione delle politiche climatiche nel presente potrebbe determinare una minaccia legale irreversibile alle libertà future. In questo contesto, i giudici tedeschi hanno introdotto il concetto di “effetto anticipato simile a quello dell’interferenza" (eingriffsähnliche Vorwirkung), ossia una limitazione dei diritti fondamentali che, pur verificandosi nel futuro, si basa su norme giuridiche in vigore nel presente.

La Corte costituzionale tedesca ha così evidenziato la necessità di distribuire equamente tra le generazioni, sia le opportunità di libertà sia gli oneri di riduzione delle emissioni.
Pertanto, la Corte ha sostenuto che la transizione verso la neutralità climatica doveva essere avviata tempestivamente e ha richiesto al Parlamento tedesco di aggiornare gli obiettivi di riduzione delle emissioni per il periodo successivo al 2030, pur rigettando la richiesta dei ricorrenti di rideterminare gli obiettivi generali di riduzione.

Il testo completo della sentenza è disponibile al seguente link e nel box download.

Valentina Eisendle
Pubblicato il: Mercoledì, 24 Marzo 2021 - Ultima modifica: Lunedì, 17 Marzo 2025
torna all'inizio