La Court of Appeal (England and Wales), in data 7 dicembre 2018, respinge il ricorso di un migrante irregolare affetto da malattia renale allo stadio terminale a cui era stato negato il trapianto d’organi dal National Health Service.
UK - Court of Appeal (Civil Division) - R (on the application of BA) v. The Secretary of State for Health and Social Care: trapianto d’organi e migrante irregolare
7 dicembre 2018
Il ricorrente, BA, un uomo di origine ghanese, aveva lasciato lo Stato d’origine nel 2000 ed era giunto nel Regno Unito tra il 2003 e il 2004 privo di un regolare permesso di soggiorno, ottenuto solo nel luglio del 2018. Nel 2005 gli fu diagnosticata una malattia renale allo stadio terminale per cui fu sottoposto periodicamente a dialisi, tuttavia le sue condizioni peggiorarono al punto da necessitare un trapianto di reni. A causa dell’illegittimità della sua permanenza nel territorio britannico non venne considerato a person ordinarily resident in the UK e quindi, secondo quanto previsto dal paragrafo 4 delle NHS Blood and Transplant Directions 2005 (“Directions del 2005”),fu collocato nel Group 2 dei possibili destinatari d’organi. Tale gruppo cede in priorità rispetto al Group 1 – che prevede, tra i requisiti per accedervi, la legittima residenza in UK – e vista la scarsità di organi per il trapianto impedisce alle persone che vi sono collocate una effettiva e reale speranza di ricevere il trattamento sanitario.
Nel luglio del 2015, a causa di tale condizione, il ricorrente richiede alla High Court un judicial review del paragrafo 4 delle Directions del 2005emanate dal Secretary of State,per supposta violazione degli artt. 2,3,8 e 14 della CEDU e per ritenuta natura “ultra vires” dell’atto in questione rispetto ai poteri conferiti all’autorità dal National Health Service Act del 2006 section 1and 3. Quest’ultima, pur essendo temporalmente successiva rispetto alle Directions del 2005, aveva recepito la legislazione precedente in materia abrogandone alcune parti, ma mantenendo invariate le disposizioni rilevanti per il caso di specie e su cui l’atto del 2005 si basava.Nel suo giudizio, la High Court ritiene che non vi sia né violazione della CEDU né eccesso di potere da parte del Secretary of State.
BA si appella allora alla Court of Appeal,ma nel frattempo riesce ad ottenere il permesso di soggiorno grazie all’intervenuto giudizio della Corte EDU in un caso simile (Paposhvili v Belgium, 2017).
Nonostante la regolarizzazione di BA, la Court of Appeal riconosce il public interest di una propria pronuncia sul tema e, vista l’esistenza di altri casi simili vertenti sul medesimo problema, decide di pronunciarsi circa la corretta statutory interpretation del NHS Act del 2006.
Essendo le parti in accordo circa il fatto che il dovere in capo all’autorità di promuovere il sistema sanitario (Secretary of State's duty to promote health service – NHS Act 2006, Section 1) è indirizzato anche ai migranti irregolarmente presenti sul territorio, la Corte individua nella section 3 della medesima legge la fonte legislativa del potere di emettere le NHS Directions del 2005. Tale disposizione afferma che il Secretary of State ha il dovere di provvedere all’erogazione di tali servizi sanitari “to such extent as he considers necessary to meet all resonable requirements”. L’autorità risulta pertanto dotata di una certa discrezionalità nel valutare l’effettiva portata dell’erogazione del servizio, ponderandone la necessità in base alle ragionevoli richieste dei pazienti.
A seguito di un’ampia disamina, la Court of Appeal decide infine per la conformità delle NHS Directions del 2005 con quanto disposto dalla legge del 2006. Nella pronuncia, facendo riferimento al precedente giurisprudenziale della medesima corte nel caso R v North and East Devon Health Authority, ex parte Coughlan del 2001, si ritiene infatti che l’obiettivo dettato dal NHS Act del 2006 sia a time unlimited aspirational target. Ciò comporta che esso possa costituire un modello ideale a cui aspirare nel tempo e a cui l’autorità debba conformarsi, più che un effettivo e reale risultato raggiungibile: “a comprehensive health service may never, for human, financial and other resource reasons, be achievable”(§25).
La Court of Appeal riconosce pertanto nella scarsità di organi per il trapianto la principale giustificazione della discrezionalità dell’autorità, la quale è chiamata a decidere e organizzare al meglio la loro allocazione.
La Court of Appeal, nel respingere il ricorso, fa inoltre leva sul tema della motivazione e delle aspettative dei donatori d’organi. Come asserito dal review on organ transplants (Elisabeth Buggins CBE, giugno 2009), data la scarsa disponibilità di organi, coloro che sono residenti nel Regno Unito, in quanto possibili donatori e facenti parte del sistema sanitario nazionale, nutrirebbero una legittima aspettativa nel prospettarsi come possibili soggetti riceventi organi con priorità rispetto a coloro che non sono residenti nello Stato.
Sulle basi di queste considerazioni, la Corte ritiene pertanto che la scelta dell’autorità sia da considerarsi un ragionevole esercizio della propria discrezionalità, secondo quanto stabilito dal NHS Act del 2006: “ The Secretary of State [is] still entitled to exercise her judgment as to what was necessary to meet the reasonable requirements at any particular moment of time, if necessary by prioritising on the basis of residence”(§62).
Il testo della sentenza è disponibile nel box download.