In un caso riguardante la mancata attribuzione della genitorialità a una coppia britannica, che aveva avuto due gemelli grazie ad un accordo di maternità surrogata con una donna ucraina, la Family Division della High Court ha stabilito che è nell’interesse dei minori riconoscere i diritti e doveri di genitori alla coppia committente.
UK - High Court (Family division) - X & Y (Foreign Surrogacy): Maternità surrogata all’estero e genitorialità
9 dicembre 2008
Una coppia britannica, dopo aver fallito numerosi tentativi di concepimento, si reca in Ucraina dove stipula un accordo di maternità surrogata con una donna del luogo. Gli accordi fra le parti prevedono il rimborso, da parte dei genitori committenti, delle spese che la madre gestante avrebbe sostenuto. La fecondazione degli ovuli di una donatrice anonima con i gameti del padre committente porta alla nascita di due gemelli. Sull’affidamento dei quali non sorge alcuna questione etica o giuridica tra madre surrogata e genitori committenti, fra i quali, anzi, nasce un rapporto di amicizia.
I problemi giuridici originano a causa della combinazione delle norme ucraine sulla maternità surrogata e della legislazione britannica sull’immigrazione, la cui applicazione congiunta determina per i minori, privi di genitori legittimamente riconosciuti, una situazione di apolidia, e l’impossibilità per la coppia committente di poterli portare in patria: «marooned stateless and parentless whilst the applicants could neither remain in the Ukraine nor bring the children home».
In base alla legge ucraina, la madre surrogata, non avendo alcun legame biologico con i neonati e avendo completato la gravidanza consegnando i bambini ai genitori committenti, non ha alcun vincolo né obbligazione nei confronti dei minori. I genitori committenti, al contempo possono essere riconosciuti come genitori in base alla legge ucraina e quindi indicati nel certificato di nascita. Per tale ragione, ai gemelli non viene riconosciuta la cittadinanza ucraina.
Al contempo, i genitori committenti, entrati in Ucraina con un visto temporaneo, non hanno diritto di prolungare la loro permanenza all’estero. In base alle disposizioni legislative britanniche, inoltre, la madre è colei che partorisce (per quanto nel caso di specie non vi fosse legame genetico tra la donna ucraina e i minori) e per il trasferimento della genitorialità sarebbe servito un ulteriore accordo da stipularsi tra la coppia committente e la madre surrogata. Per tali ragioni, i genitori committenti non avevano la possibilità di attribuire la propria cittadinanza ai minori, né di portarli legalmente in patria. Come risultato dell’applicazione congiunta delle disposizioni dei due paesi, quindi i minori sono rimasti senza genitori legittimamente riconosciuti, dichiarati apolidi e impossibilitati ad uscire dal paese.
Soltanto dopo aver provato la paternità con un test del DNA, ai minori è stato concesso, in via del tutto eccezionale, di lasciare il territorio ucraino per consentire ai genitori di recarsi nel Regno Unito e legalizzare la posizione dei figli.
Pur decidendo di attribuire la genitorialità alla coppia committente, il giudice evidenzia i problemi giuridici che situazioni analoghe a quella in questione possono comportare: «It will be readily apparent that many pitfalls confront the couple who consider commissioning a foreign surrogacy. First, the quality of the information currently available is variable and may, in what it omits, actually be misleading. Secondly, potentially difficult conflict of law issues arise which may (as in this case) have wholly unintended and unforeseen consequences as for example in payments made. Thirdly, serious immigration problems may arise having regard to the effect of Sections 27-29 of the 1990 Act, at least as understood by me. Children born to foreign surrogate mothers, especially to married women, may have no rights of entry nor may the law confer complementary rights on the commissioning couple. Fourthly, Section 30 is available only to a married couple, others may encounter even more significant difficulties in securing parental status to children born to a surrogate mother, and that is of importance since the Human Fertilisation and Embryology Act 2008 will by Section 54 open up parental orders to unmarried and same sex couples. Lastly, even if all other pitfalls are avoided, rights may depend both upon the unswerving commitment of the surrogate mother (and her husband if she has one) to supporting the surrogacy through to completion by Section 30 order and upon their honesty in not taking advantage of their absolute veto».
Casi simili a quello di specie, quindi, non possono che essere decisi in viia giurisprudenziale, con riguardo alle circostanze specifiche di ciascuna fattispecie, nel miglior interesse dei minori: «Whether surrogacy should be examined in isolation from other contentious issues surrounding the inception or creation of life (let alone the fraught questions of end of life) is not for this court to say beyond the observation that these issues merit the widest public debate even if the ultimate conclusion be that they continue to be finally resolved on a case by case basis by judicial decision».
Nel box download il testo della sentenza.