La Corte Suprema, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio, ribadisce che il c.d. professional practice test è il legal test corretto per stabilire quando un trattamento medico possa essere definito ragionevole. In particolare, il medico non ha l’obbligo di informare il paziente in merito a trattamenti medici alternativi che non ritenga ragionevoli e adeguati alla condizione clinica dell’assistito, in base al proprio giudizio professionale e coerentemente con le pratiche approvate da una commissione medica.
UK – Supreme Court - McCulloch and others v Forth Valley Health Board (Scotland): obbligo del medico di informare i pazienti dell’esistenza di trattamenti medici alternativi
12 luglio 2023
Nel marzo del 2012 il signor McCulloch venne ricoverato in terapia intensiva per una sospetta pericardite. A seguito di alcuni accertamenti, tuttavia, il medico curante ritenne di non concordare con la diagnosi e il paziente fu dimesso. Trascorsi pochi giorni il signor McCulloch fu colto da un malore e venne nuovamente ricoverato. Dopo ulteriori esami il medico ribadì l’assenza di patologie. In particolare, poiché il paziente non lamentava alcun dolore, non si ritenne necessario prescrivere antinfiammatori. McCulloch fu quindi dimesso ma, il giorno successivo, morì a causa di un infarto.
I familiari del paziente agirono allora in giudizio contro la struttura sanitaria chiedendo che fosse riconosciuta la condotta negligente del medico curante. Non aver paventato al paziente la possibilità di ricorrere a una terapia medica alternativa, costituita dagli antinfiammatori, avrebbe infatti dato luogo a una violazione del duty of care.
Nella sentenza in analisi la Corte Suprema è chiamata a decidere quale legal test vada applicato per valutare la negligenza medica. Più specificatamente, i giudici devono stabilire se tra gli obblighi informativi del sanitario rientri quello di discutere con il paziente la possibilità di ricorrere a trattamenti alternativi anche quando, secondo il giudizio professionale del curante e coerentemente con le pratiche approvate da una commissione medica, simili alternative non siano indicate in relazione condizioni del paziente.
Al fine di definire la questione, la Corte richiama in primo luogo il c.d. professional practice test fissato dal precedente Hunter. Secondo la regola il medico non può essere ritenuto negligente qualora abbia agito in modo conforme alle pratiche approvate da un «responsible body of medical opinion» (pagina 2).
In secondo luogo viene richiamato il principio statuito con il precedente Montgomery, a norma del quale il medico ha il dovere di assicurarsi che il paziente sia consapevole di ogni rischio sotteso al trattamento raccomandato e, inoltre, sia informato di qualsiasi trattamento alternativo ragionevole («reasonable alternative or variant treatments», pagina 15).
Dai precedenti citati deriva che il medico curante, per non essere negligente, deve valutare la ragionevolezza del trattamento basandosi sulle pratiche accettate dalla commissione medica, rispettando così il professional practice test.
Nel caso di specie, come emerso grazie ai consulenti tecnici intervenuti nei precedenti gradi di giudizio, le decisioni del curante del signor McCulloch erano supportate dal responsible body of medical opinion. Pertanto il medico non era tenuto a discutere con il paziente la possibilità di prescrivere antinfiammatori. Tale opzione infatti, sulla scorta delle pratiche approvate dalla commissione, non era considerata un trattamento ragionevole.
In conclusione, quindi, la Corte Suprema statuisce che il professional practice test è il legal test corretto per determinare quali trattamenti possano ritenersi ragionevoli e, conseguentemente, vadano discussi con il paziente perché possa dirsi rispettato il duty of care imposto al medico.
La sentenza è disponibile online a questo link e nel box download.
Il comunicato stampa relativo è consultabile a questo link.
Precedenti richiamati:
- UK – Scottish Court of Session – Hunter v. Hanley, disponibile a questo link.
- UK - Supreme Court - Montgomery v. Lanarkshire Health Board.