Vai menu di sezione

UK - Supreme Court - Montgomery v. Lanarkshire Health Board: consenso informato
11 marzo 2015

La Corte Suprema del Regno Unito, discostandosi dal precedente espresso nel caso Sidaway (1985), ha stabilito che il paziente è titolare di un diritto ad essere pienamente informato sui rischi e sui trattamenti medici cui essere sottoposto e che la mancanza di tali informazioni costituisce un motivo di responsabilità medica.

Numero
[2015] UKSC 11
Anno
2015

Nel 1999 la signora Montgomery diede alla luce un bambino; la mancanza d’ossigeno al momento del parto provocò seri danni cerebrali. La famiglia intentò una causa contro la ginecologa, responsabile – secondo loro – di non aver fornito alla donna tutte le informazioni utili durante la gestazione. In particolare, la signora Montgomery era molto minuta e soffriva di diabete, malattia che tende ad aumentare la probabilità che il bambino sia più grosso al momento della nascita.

La ricorrente sosteneva che, se fosse stata debitamente informata del rischio che correva durante il parto, avrebbe optato per un taglio cesareo. La dottoressa, medico ginecologo, resistente ritenne, invece, di non informare la donna in merito, dal momento che il rischio di blocco del bambino durante l’espulsione era molto limitato.

In base al precedente stabilito nel caso Sidaway, la decisione sul contenuto delle informazioni da fornire al paziente in relazione al trattamento sanitario cui si deve sottoporre spetta al medico (o al personale sanitario coinvolto nelle procedure). La Corte Suprema, dopo un’accurata analisi del caso Sidaway e delle decisioni successive, decide di discostarsi dal precedente, affermando che il paziente è titolare di un autonomo diritto a prendere le proprie decisioni sui trattamenti sanitari, sulla base di informazioni complete. Il medico ha il dovere di rispettare quel diritto nel caso la pratica clinica evidenzi rischi materiali che possano essere considerati significativi da un paziente ragionevolmente prudente.

La Corte evidenzia in modo molto significativo l’evoluzione del rapporto medico-paziente cui la scienza medica e il diritto stanno assistendo da molti anni e che determina la necessità di porre una cesura rispetto al precedente del 1985:

«Since Sidaway, however, it has become increasingly clear that the paradigm of the doctor-patient relationship implicit in the speeches in that case has ceased to reflect the reality and complexity of the way in which healthcare services are provided, or the way in which the providers and recipients of such services view their relationship. One development which is particularly significant in the present context is that patients are now widely regarded as persons holding rights, rather than as the passive recipients of the care of the medical profession. They are also widely treated as consumers exercising choices: a viewpoint which has underpinned some of the developments in the provision of healthcare services. In addition, a wider range of healthcare professionals now provide treatment and advice of one kind or another to members of the public, either as individuals, or as members of a team drawn from different professional backgrounds (with the consequence that, although this judgment is concerned particularly with doctors, it is also relevant, mutatis mutandis, to other healthcare providers). The treatment which they can offer is now understood to depend not only upon their clinical judgment, but upon bureaucratic decisions as to such matters as resource allocation, cost-containment and hospital administration: decisions which are taken by non-medical professionals. Such decisions are generally understood within a framework of institutional rather than personal responsibilities, and are in principle susceptible to challenge under public law rather than, or in addition to, the law of delict or tort».

Il diritto del paziente ad essere completamente coinvolto dal medico nelle decisioni cliniche sulla sua salute trova fondamento, secondo la Corte, anche nell’art. 8 Cedu e nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo (Glass v United Kingdom, 2004, Tysiac v Poland, 2007).

La Corte Suprema, così, disegna il nuovo diritto dei pazienti ad essere informati e contribuisce a definire ulteriormente una nuova dimensione del rapporto medico-paziente: «An adult person of sound mind is entitled to decide which, if any, of the available forms of treatment to undergo, and her consent must be obtained before treatment interfering with her bodily integrity is undertaken. The doctor is therefore under a duty to take reasonable care to ensure that the patient is aware of any material risks involved in any recommended treatment, and of any reasonable alternative or variant treatments. The test of materiality is whether, in the circumstances of the particular case, a reasonable person in the patient's position would be likely to attach significance to the risk, or the doctor is or should reasonably be aware that the particular patient would be likely to attach significance to it. The doctor is however entitled to withhold from the patient information as to a risk if he reasonably considers that its disclosure would be seriously detrimental to the patient's health. The doctor is also excused from conferring with the patient in circumstances of necessity, as for example where the patient requires treatment urgently but is unconscious or otherwise unable to make a decision. It is unnecessary for the purposes of this case to consider in detail the scope of those exceptions».

La Corte Suprema accoglie il ricorso della donna.

Il testo completo della sentenza è disponibile nel box download.

Lucia Busatta
Pubblicato il: Mercoledì, 11 Marzo 2015 - Ultima modifica: Martedì, 11 Giugno 2019
torna all'inizio