La US District Court for the Middle District of North Carolina ha dichiarato l’incostituzionalità di una legge che limita l’aborto dopo la ventesima settimana.
US - District Court for the Middle District of North Carolina - A. B. and others v. J.W. and others: incostituzionalità del divieto di IVG dopo la ventesima settimana
25 marzo 2019
Nel North Carolina, prima di questa decisione, la legge permetteva di ricorrere all’IVG dopo le venti settimane soltanto se vi fosse stato il rischio che il proseguimento della gravidanza minacciasse la vita o danneggiasse la salute della donna; la legge, emendata nel 2016, rendeva ancora più difficile l’accesso alla IVG, restringendo le eccezioni che permettevano alle donne di ricorrervi (N.C. Gen. Stat. § 14-45.1(a) ).
"The current statute permits abortions only due to “a condition which . . . necessitate[s] the immediate abortion of [the] pregnancy to avert [the mother’s] death or for which a delay will create serious risk of substantial and irreversible physical impairment of a major bodily function, not including any psychological or emotional conditions".
Il ricorso era stato presentato da alcuni medici contro questo divieto particolarmente restrittivo; i convenuti si sono opposti alla mozione di giudizio sommario sulla base di tre argomenti ritenuti fatti materiali controversi:
- la definizione del concetto di viability;
- la valutazione dell’interesse dello Stato a proteggere la salute della donna come elemento sufficiente a giustificare il divieto assoluto di aborto;
- il concreto onere che la legge impone alle donne che richiedono l’accesso all’IVG.
Il caso è stato risolto alla luce di una precedente sentenza della US Supreme Court, Planned Parenthood of Southeastern v. Casey (1992): in questa pronuncia la Supreme Court ha stabilito che lo Stato ha un interesse legittimo, fin dall’inizio della gravidanza, alla protezione della salute della donna e della vita del feto, ma la Corte ha anche specificato che prima che il feto abbia raggiunto la viability, l’interesse dello Stato non è forte abbastanza da giustificare un divieto di ricorrere all’aborto. Anche durante le prime fasi della gravidanza, lo Stato può incoraggiare una donna a proseguirla ma non può mai vietare in modo definitivo l’aborto pre-viability, Il giudice Osteen facendo il riferimento al caso Planned Parenthood of Southeastern Pa. v. Casey, ha sostenuto che “ad uno Stato non è mai permesso vietare in modo definitivo il pre-viability abortions, non importa quanto strenuamente possa credere che tale divieto sia nel miglior interesse dei suoi cittadini, o quanto minimo possa considerare l’onere per le donne che cercano un aborto”.
La Supreme Court specifica che mentre la capacità di vita autonoma del feto (viability) è il momento a partire dal quale il legittimo interesse dello Stato può giustificare un divieto assoluto; la viability non si può considerare raggiunta ad un numero fisso di settimane dall’inizio della gravidanza ma la valutazione deve essere fatta caso per caso da un medico.
Secondo il giudice distrettuale, la precedente pronuncia Planned Parenthoond v. Casey trova applicazione in questo caso: la legge della North Carolina poneva un divieto di ricorrere all’aborto dopo le venti settimane, ma secondo il giudice una legge statale non può mai impedire alla donna di ricorrere all’IVG prima del raggiungimento della viabilty.
Per questi motivi il giudice ritiene che il giudizio sommario debba essere concesso all’attore, il quale ha piena legittimazione ad agire contro il divieto di aborto dopo la ventesima settimana stabilito dalla legge. La legge in questione viene dichiarata incostituzionale.
A questo link il testo della decisione disponibile anche nel box download.