Il Gruppo Tecnico Multidisciplinare nominato dall'Azienda Sanitaria Unica della Regione Marche si è espresso sull'idoneità del farmaco, delle modalità e della metodica, scelti per il percorso di fine vita dal Sig. Mario, che aveva chiesto all'azienda sanitaria di acceder al suicidio medicalmente assistito alle condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale (sentenza 242 del 2019).
Azienda Sanitaria Unica Regione Marche: relazione del Gruppo Tecnico Multidisciplinare su modalità, metodica e farmaco letale per procedura di suicidio assistito nel caso Mario
Anno 2022
Con l'ordinanza del 9 giugno 2021 il Tribunale di Ancona, adito dal ricorrente Mario al fine di vedersi riconosciuto il diritto ad accedere al suicidio assistito, ha in primo luogo condannato l'Asur Marche ad accertare la sussistenza delle quattro condizioni delineate dalla Corte Costituzionale nella sentenza 242 del 2019 in presenza delle quali il suicidio assistito non è punibile; in secondo luogo, a valutare l'idoneità del farmaco, delle modalità e della metodica indicati dal ricorrente. Con il parere del 9 novembre 2021, Il Comitato Etico Regionale ha accertato la sussistenza dei requisiti, ritenendo, però, di non poter soddisfare la richiesta di valutazione relativa al farmaco. Sul punto, allora, sono intervenuti ulteriori chiarimenti da parte del collegio difensivo del ricorrente.
Alla luce di ciò, si è resa necessaria la nomina di un Gruppo Tecnico Multidisciplinare con l'obiettivo di rispondere al seguente quesito posto dal Tribunale di Ancona: "se la modalità, la metodica e il farmaco Tiopentone Sodico, nella quantità di 20 grammi, siano idonei a garantirgli la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile rispetto all'alternativa del rifiuto delle cure con sedazione profonda continuativa e ad ogni altra soluzione in concreto praticabile, compresa la somministrazione di un farmaco diverso".
Quanto alla scelta del farmaco letale, le modalità e la metodica prescelte dal ricorrente, si evidenzia in linea con la letteratura consolidata che il Tiopentone, farmaco barbiturico e anestetico, deprime la funzionalità respiratoria e cardiaca in 30-40 secondi. Può essere autosomministrato efficacemente attraverso l'attivazione della linea infusiva in via endovenosa una quantità inferiore ai 20 grammi. Utilizzato in Olanda per l'induzione del coma nel corso della procedura di eutanasia, risulta infatti essere il farmaco più appropriato alla procedura di suicidio assistito.
Quanto alla possibilità di somministrare un farmaco diverso, dall'esperienza belga e canadese si evince che la classe di farmaci più idonea alla procedura in questione è quella dei barbiturici, alla appartiene anche il Propofol che, però, mostra numerose criticità rispetto al Tiopentone.
Il Gruppo si è inoltre espresso sulla possibilità di considerare la sedazione palliativa profonda come alternativa alla somministrazione di un farmaco letale. A questo riguardo, si afferma che la sostanziale non alternatività delle due pratiche. Diversamente dal suicidio assistito, infatti, la sedazione profonda rientra nelle cure palliative, disciplinate dalla legge 38 del 2010, proposte da un’equipe interdisciplinare di medici e attuate con il consenso del paziente al solo fine di curare sintomi refrattari intollerabili nella fase finale della vita attraverso l'assunzione progressiva e prolungata di farmaci. In tal caso, la morte avverrebbe lentamente, a distanza di diversi giorni dall'interruzione del trattamento di sostegno vitale.
Infine, il Gruppo Tecnico Multidisciplinare ritiene di non potere esprimere una definizione oggettivamente valida del concetto di "morte più dignitosa possibile": in assenza di una normativa nazionale e a causa della scarsa casistica nella letteratura scientifica internazionale, si riafferma la soggettività del concetto di autodeterminazione.
Il testo della relazione è disponibile nel box download.