Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha pubblicato un parere che evidenzia il rapporto favorevole dei benefici rispetto ai rischi della vaccinazione anti-covid-19 nei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, dando importanti indicazioni riguardo le modalità operative di somministrazione e la campagna di sensibilizzazione.
Comitato Nazionale per la Bioetica – Parere: “Vaccinazione anti-covid-19 per i bambini di 5/11 anni: riflessioni bioetiche”
Anno 2022
Dopo la recente autorizzazione del vaccino anti-covid-19 nel nostro Paese per i bambini tra 5 e 11 anni, il CNB dà conto del fatto che la copertura vaccinale per questa fascia di età è ancora bassa (il 16,4% ha completato il ciclo) e occorre quindi procedere con la campagna in modo mirato.
Anche se la maggioranza dei bambini che contraggono l’infezione risultano asintomatici, infatti, alcuni sono a rischio di sviluppare una malattia grave e complicanze, oltre che la sindrome infiammatoria multisistemica ed effetti indesiderati a lungo termine (c.d. “Long Covid”). Il vaccino sviluppato per questa fascia di età è di Pfizer-Biontech, somministrato con un dosaggio di 1/3 rispetto a quello degli adulti: testato quando la variante delta era predominante, il vaccino ha ridotto di circa il 91% il rischio di malattia sintomatica e dopo la sua approvazione, inoltre, è stato somministrato in molti Paesi senza particolari rischi di controindicazioni.
Dal punto di vista bioetico, la vaccinazione risulta importante innanzitutto per la protezione della salute dei bambini e per i benefici diretti che comporta, sia in termini di salute fisica, sia in termini di benefici psico-sociali: il CNB, nel parere “Covid-19 e bambini: dalla nascita all’età scolare”, ha già sottolineato le ripercussioni della pandemia sulla salute globale dei bambini.
A questi benefici diretti, si aggiungono inoltre quelli indiretti, a tutela della comunità: la vaccinazione consente, infatti, di ridurre il rischio di trasmissione ai propri familiari, diminuire in generale il rischio del contagio, consentire la regolare frequenza delle scuole e la ripresa dei normali ritmi familiari.
Un importante tema bioetico posto dal comitato è, inoltre, l’allocazione delle risorse per i vaccini: a questo riguardo si può però notare che attualmente non ci si trova più in una situazione di scarsità dei vaccini e che il problema dell’approvvigionamento dei Paesi a basso reddito deve essere risolto con l’intervento dei Paesi a reddito più alto e l’impegno dell’industria farmaceutica. Per questa ragione non appare sensato discutere della vaccinazione dei bambini con queste motivazioni.
È importante in questo ambito anche il consenso informato dei genitori e, diversamente rispetto agli adolescenti, non rileva la volontà del minore in questa fascia di età: spetta pertanto ai pediatri un’opera di informazione e persuasione per la costruzione, insieme ai genitori, dell’alleanza terapeutica in merito.
Il comitato ricorda inoltre l’importanza di una corretta informazione, particolarmente parametrata all’età, che spieghi ai bambini con forme comunicative a loro affini (come cartoni e personaggi animati) l’importanza dei corretti comportamenti di prevenzione. Sono particolarmente apprezzabili i progetti di allestire i centri vaccinali nelle scuole, come luoghi familiari ai bambini, in cui questi possano sentirsi al sicuro.
Il testo del parere è disponibile nel box download e a questo link.