Il documento "Un Paese due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla Salute", pubblicato da SVIMEZ l’1 Febbraio 2024, prende in considerazione le differenze regionali tra il Nord e il Sud Italia nell'accesso e nella qualità dei servizi sanitari.
SVIMEZ – Rapporto “Un paese due cure. I divari nord-sud nel diritto alla salute”: il Mezzogiorno è l’area del Paese caratterizzata dalle peggiori condizioni di salute
Anno 2024
La SVIMEZ, associazione privata senza scopo di lucro istituita nel 1946 con l’obiettivo di promuovere nello spirito di una efficiente solidarietà nazionale e con una visione unitaria, lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno al fine di proporre concreti programmi di azione, in questo rapporto affronta il tema dell’ampliamento dei divari territoriali nell’offerta di prestazioni sanitarie, «in un Paese che dopo l’emergenza Covid-19 è tornato a disinvestire nella salute dei cittadini» (cfr. introduzione).
Nell’introduzione viene messo in luce il problema del divario nell'offerta di prestazioni sanitarie tra il Nord e il Sud Italia, evidenziando come al Sud vi siano peggiori condizioni di salute, minori aspettative di vita e maggiori difficoltà nell'accesso ai servizi sanitari. Per migliorare la situazione, il testo propone di incrementare la distribuzione delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale basandosi su criteri socioeconomici.
Successivamente viene presa in considerazione la spesa sanitaria italiana nel confronto europeo e si fa presente come fino al 2019 i Paesi europei erano quasi allineati riguardo alla quota di PIL destinata alla spesa sanitaria pubblica. Nel periodo pandemico vi è stato ovunque un incremento dei fondi destinati alla sanità. Nel 2022 la spesa pubblica italiana è stata del 76% della spesa sanitaria complessiva, a fronte dell’82, 85 e 87% di Regno Unito, Francia e Germania. Conseguentemente, nello stesso anno la componente privata contribuiva di spesa in Italia è aumentata dal 22 al 24% dal 2010 al 2022, mentre in Germania si è ridotta dal 24 al 15% e in Francia dal 17 al 13%.
L’analisi della spesa sanitaria nelle regioni italiane viene poi ripartita seguendo differenti criteri.
Si fa innanzitutto presente come il finanziamento annuale delle risorse ai diversi SSR viene determinato a monte nel rispetto dei vincoli di bilancio pubblico e, pertanto, non corrisponde alla somma del costo dei LEA. Questi, di conseguenza, sono finanziati solo parzialmente.
La successiva assegnazione delle risorse tra le Regioni avviene poi principalmente sulla base della popolazione residente, prevedendo un ammontare maggiore per le regioni più popolate. Nel lungo termine, le dinamiche demografiche accentueranno il divario, favorendo sempre più il Nord Italia a discapito del Sud. Per questo motivo sarebbe opportuna l’introduzione e l’incremento di criteri socio-economici, e non solo demografici, nel riparto delle risorse da destinare ai diversi SSR.
Dal punto di vista della qualità dei SSR i livelli di assistenza sono più carenti e i servizi sanitari di minore qualità nel Mezzogiorno. Ben cinque regioni del Sud Italia, infatti, sono inadempienti nel garantire l’erogazione dei LEA. Nell’ambito della prevenzione oncologica i divari sanitari sono poi particolarmente marcati.
Infine, si evidenzia come la mobilità sanitaria interregionale tra le regioni italiane sia una «cartina di tornasole dei divari tra SSR» riflettendo il divario nella quantità e qualità dell'assistenza sanitaria offerta. Usufruendo dei dati resi noti da AGENAS nell’ultimo rapporto pubblicato relativo all’anno 2022, le persone del Sud tendono a cercare cure nel Centro e nel Nord a causa delle difficoltà dei servizi sanitari meridionali nel raggiungere standard soddisfacenti. Al contrario, la presenza di centri di eccellenza nel Centro e nel Nord attrae pazienti da altre regioni, evidenziando una qualità superiore dell'assistenza. La dimensione del fenomeno può essere desunta dalle compensazioni finanziarie tra Regioni creditrici (le Regioni che attraggono pazienti da altre Regioni) e debitrici (le Regione i cui residenti ricevono cure da altri SSR).
Nelle conclusioni si ribadisce che il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale italiano non copre interamente i costi dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e non considera i fattori socio-economici che influenzano i bisogni sanitari. Questo porta a una disparità tra le regioni, penalizzando quelle del Sud Italia, che potrebbe essere ridotta incrementando la spesa sanitaria nazionale.
Il documento è disponibile al seguente link e nel box download.
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