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UK - Court of Appeal (Civil Division) - Nicklinson and Anor, R (on the application of) v. A Primary Care Trust: suicidio assistito
31 luglio 2013

La England and Wales Court of Appeal ha rigettato due ricorsi proposti avverso il divieto di “eutanasia” («Euthanasia involves not merely assisting another to commit suicide, but actually bringing about the death of that other»), che contrasterebbe con l'art. 8 della CEDU, e ha accolto quello di AM che lamentava un eccesso di vaghezza nelle linee guida emanate dal Director for Public Prosecutions nel febbraio 2010 (Policy for Prosecutors in Respect of Cases of Encouraging or Assisting Suicide) al fine di individuare i fattori che possano far propendere per l'esercizio dell'azione penale a fronte di casi di assistenza al suicidio.

Numero
[2013] EWCA Civ 961
Anno
2013

I ricorsi sono stati presentati avverso la pronuncia di primo grado da due malati affetti da gravissime condizioni fisiche che non hanno tuttavia compromesso le loro abilità cognitive. Entrambi hanno espresso la propria volontà di poter decidere quando porre fine alla propria esistenza, nel rispetto della loro individuale concezione di dignità.

In particolare, AM potrebbe farsi assistere da un terzo per terminare la propria esistenza, mentre le condizioni di Paul Lamb sono talmente gravi da impedirgli di agire autonomamente, pure con l'assistenza di un terzo (nella medesima condizione si trovava Tony Nicklinson, deceduto però prima del giudizio di appello).

La Corte ha rigettato i ricorsi volti a far dichiarare illegittimo il divieto di assistenza al suicidio, considerando che «[t]he short answer must be, and always has been,that the law relating to assisting suicide cannot be changed by judicial decision. The repeated mantra that, if the law is to be changed, it must be changed by Parliament, does not demonstrate judicial abnegation of our responsibilities, but rather highlights fundamental constitutional principles» (par. 154).

«Parliament as the conscience of the nation is the appropriate constitutional forum, not judges who might be influenced by their own particular moral perspectives; the judicial process which has to focus on the particular facts and circumstances before the court is not one which is suited to enabling the judges to deal competently with the range of conflicting considerations and procedural requirements which a proper regulation of the field may require; and there is a danger that any particular judicial decision, influenced perhaps by particular sympathy for an individual claimant, may have unforeseen consequences, creating an unfortunate precedent binding in other contexts» (par. 60).

Nelle parole di uno dei giudici di maggioranza «(…)whatever the personal views of any individual judge on these delicate and sensitive subjects, and I suspect that the personal views of individual judges would be as contradictory as those held by any other group of people, the constitutional imperative is that, however subtle and impressive the arguments to the contrary may be, we cannot effect the changes or disapply the present statutory provisions, not because we are abdicating our responsibility, but precisely because we are fulfilling our proper constitutional role» (par. 156).

AM (noto come “Martin”) chiedeva inoltre alla Corte, in subordine, che chi lo avesse aiutato a porre fine alla propria esistenza si potesse trovare nella condizione di valutare, con un ragionevole grado di certezza, la probabilità di essere imputato per il reato di assistenza al suicidio. Tale valutazione non sarebbe così agevole sulla base dell'attuale formulazione della Policy statement redatta dal Director of Public Prosecutions.

Il legale di AM lamentava infatti che mentre per i soggetti emotivamente coinvolti nella vicenda (coniuge, parenti, amici...) la Policy sarebbe abbastanza chiara e sarebbero dunque sufficientemente prevedibili le conseguenze delle azioni di tali soggetti, lo stesso non si potrebbe dire per coloro che non sono sentimentalmente legati al malato, e in particolare per gli healthcare professionals.

Lord Dyson e Lord Justice Elias, nella decisione di maggioranza hanno accolto tale impostazione e affermato che non è sufficiente che la Policy individui i fattori dei quali il DPP terrà conto nel decidere se esercitare o meno l'azione penale, essendo necessario che sia indicata anche l'importanza della relazione di cura e del fatto che il terzo stia agendo nell'esercizio della sua competenza di professionista sanitario (la Policy «should give some indication of the weight that the DPP accords to the fact that the helper was acting in his or her capacity as a healthcare professional and the victim was in his or her care»).

La Policy non renderebbe sufficientemente prevedibili («to a degree that is reasonable and adequate in the circumstances») le conseguenze di una determinata azione, quando ad agire siano professionisti sanitari, ragione per cui questi sarebbero particolarmente «reluctant to assist victims to commit suicide».

Secondo i giudici di maggioranza non sarebbe impossibile o impraticabile una modifica della Policy, così da rendere più prevedibile la sua applicazione nei confronti di soggetti terzi compresi nella seconda categoria.

Diversamente, il giudice dissenziente ritiene inutile la distinzione tracciata fra le due categorie di soggetti terzi, poiché l'interpretazione sostenuta dalla maggioranza potrebbe alla anomala conseguenza che «those who are brought in to help from outside the family circle, but without the natural love and devotion which obtains within the family circle, are more likely to be prosecuted than a family member when they do no more than replace a loving member of the family, acting out of compassion, who supports the “victim” to achieve his desired suicide». Il terzo che si trovi in questa situazione, «who is not profiteering, but rather assisting to provide services which, if provided by the wife, would not attract a prosecution, seems to me most unlikely to be prosecuted».

E dunque il ricorso avrebbe dovuto essere rigettato, essendo la Policy «sufficiently clear to enable Martin, or anyone who assists him, to make an informed decision about the likelihood of prosecution».

Nel box download il testo della decisione.

Vedi anche: 

Marta Tomasi
Pubblicato il: Mercoledì, 31 Luglio 2013 - Ultima modifica: Venerdì, 29 Novembre 2024
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