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UK - High Court (Queen's Bench) - Conway, R (on the application of) v. Secretary of State for Justice: judicial review della sezione 2 (1) del Suicide Act 1961
30 marzo 2017

La High Court, con una maggioranza di due su tre, dichiara inammissibile una richiesta di judicial review della section 2(1) del Suicide Act 1961, richiesta presentata da Mr Conway sulla base della section 4(2) of the Human Rights Act 1998.

Numero
[2017] EWHC 640 (Admin)
Anno
2017

Noel Douglas Conway è un cittadino Britannico a cui era stata diagnosticata una malattia degenerativa e terminale, della classe delle malattie del motoneurone. Il signor Conway, consapevole della sua condizione, aveva, in piena capacità mentale, espresso il desiderio di voler rimanere in controllo della propria vita, anche nella parte finale. Perciò, dal momento che nelle ultime fasi della Motor Neurone Disease il paziente perde la propria indipendenza, egli voleva ottenere revisione del Suicide Act nella parte in cui impedisce ai medici di somministrare l’eutanasia ai pazienti malati terminali.

I giudici della High Court devono quindi decidere sulla ammissibilità della richiesta di judicial review, inoltrata sulla base della presunta incompatibilità della Section 2(1) del 1961 Suicide Act con gli articoli 14 e 8 della Cedu, cui il Regno Unito aderisce.

Nell’analizzare il ricorso, i giudici concordano che esso debba essere letto in combinazione con la decisione presa in R (Nicklinson) v the Ministry of Justice [2014] UKSC 38, poiché “the essential question in this application is whether the circumstances which led the Supreme Court to refuse to grant the declaration in June 2014 have changed so that a different outcome could be possible today”.

In Nicklinson la Corte Suprema aveva respinto nel merito una simile richiesta di judicial review. La High Court evidenzia che in Nicklinson le opinioni dei giudici erano state in parte discordanti, ma si era concordato sul fatto che, per una decisione su una materia così controversa, un tribunale non rappresentasse il contesto istituzionale adatto per modificare lo status quo dettato dal Suicide act del 1961. I giudici della Supreme Court avevano indicato l’opportunità di un intervento del parlamento sulla questione e, come espresso da Lord Clarke of Stone-cum-Ebony, sempre nel caso Nicklinson, “if Parliament chooses not to debate these issues, I would expect the court to intervene. If, on the other hand, it does debate them and, after mature consideration, concludes that there should be no change in the law as it stands [...] I would hold that no declaration of incompatibility should be made.”

Alla luce di questo principio, la High Court ritiene di dover dichiarare inammissibile la richiesta di judicial review da parte del Signor Conway poiché “Parliament has reconsidered the issue of assisted dying following the decision of the Supreme Court in Nicklinson, as that court encouraged it to do. [..] The result is that Parliament has decided [...] not to provide for legislative exceptions to section 2(1) of the 1961 Act.”

La Corte ricorda che, al fine di verificare se il legislatore abbia effettivamente rispettato le raccomandazioni espresse in Nicklinson, non è rilevante analizzare il risultato della sua ‘re-consideration’, ma solo il fatto che una ‘re-consideration’ sia effettivamente avvenuta, dato che “in the context of a consideration of proportionality under the Human Rights Act, it is the outcome of Parliamentary proceedings, not their content, which falls to be considered”.

Osservato che il Parlamento aveva effettivamente affrontato la questione (tramite la discussione sulla proposta dell’Assisted Dying Bill ) ed alla luce del fatto che appare evidente come non vi fosse stata alcuna volontà istituzionale di modificare la sezione 2(1) del 1961 Suicide Act, alla Corte non resta che dichiarare inammissibile il ricorso del signor Conway.

“In summary, Parliament has done precisely what the Supreme Court suggested was necessary. Having done so, it remains institutionally inappropriate for a court to make a declaration of incompatibility, whatever our personal views of how the underlying policy issues should be resolved. Had Parliament done nothing after the Nicklinson case the claimant's case that permission should be granted would be unanswerable, however it might fare on further investigation.

Discorde è invece Mr Justice Charles il quale dà una diversa interpretazione del precedente. A suo parere in Nicklinson la Supreme Court non aveva rinunciato indiscriminatamente al suo diritto di ri-valutare la questione in futuro. Al contrario, egli sostiene che i giudici della Supreme Court avessero posto speciali criteri qualitativi e quantitativi al parlamento, quando chiamato a ridiscutere la il Suicide Act.

“The Supreme Court in Nicklinson decided that [..] the court could in the future consider what Parliament had done and conclude that [...] the following would not be enough to exclude its consideration of whether s. 2 of the Suicide Act 1961 was compatible on the application of a person within the class covered by the Assisted Dying Bill.”

Per questo motivo egli ritiene che la richiesta di judicial review avrebbe potuto essere dichiarata ammissibile.

Il testo completo della sentenza è reperibile nel box download e al seguente link.

AGGIORNAMENTO: Tutti gli sviluppi della vicenda a questo link.

Andrea Martani
Pubblicato il: Giovedì, 30 Marzo 2017 - Ultima modifica: Lunedì, 24 Giugno 2019
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