Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Divisional Court of Ontario ha dichiarato che le due disposizioni del CSPO (College of Physicians and Surgeons of Ontario) che prevedono l’obbligo per il medico obiettore di indirizzare in modo efficace e tempestivo il paziente ad un altro servizio sanitario e il dovere di provvedere al servizio richiesto in caso di emergenza non sono incostituzionali, ma pongono limiti ragionevoli alla libertà religiosa, e sono perciò giustificate in una società libera e democratica come quella canadese.
In data 31 gennaio 2018 la Divisional Court dell’Ontario ha dichiarato costituzionalmente legittime le disposizioni che pongono in capo ai medici obiettori l’obbligo di assicurare un effettivo rinvio dei pazienti ad altro medico non obiettore, nonché di intervenire personalmente in caso di urgenza.
Nel caso Piljak Estate v. Abraham la Superior Court of Justice dell’Ontario ha stabilito che i campioni prelevati da un paziente per finalità diagnostiche sono da considerarsi “personal property” dell’ospedale.
A seguito di una richiesta governativa, la Corte Suprema del Canada ha concesso al governo una proroga di 4 mesi per adeguarsi ai contenuti della decisione Carter, adottata nel gennaio 2015.
La Supreme Court del Canada ha stabilito che pazienti in condizioni di disperata sofferenza abbiano un diritto costituzionalmente garantito al suicidio assistito da parte di un medico.
La Corte Suprema Canadese ha rigettato il ricorso di una donna concepita con gameti maschili di un donatore che chiedeva di svelare l'identità del proprio padre biologico.
Il 30 settembre 1993, con una decisione adottata 5 voti a 4, la Corte Suprema Canadese ha confermato la costituzionalità dell'articolo del codice penale che punisce il reato di suicidio assistito. Il caso ha origine dal ricorso presentato dall'allora quarantaduenne Sue Rodriguez, affetta da una forma di SLA, contro l'articolo 241(b) del codice penale per violazione di alcuni dei diritti fondamentali garantiti dalla Canadian Charter of Rights and Freedoms.
Giovedì 8 novembre 2012, la Corte Suprema canadese ha deciso che il brevetto per il farmaco Viagra, della compagnia farmaceutica Pfizer Inc., non è più valido, aprendo così le porte alla concorrenza dei farmaci generici. La causa, iniziata da un'altra industria farmaceutica, la Teva Pharmaceutical Industries Ltd., è fondata sull'insufficiente indicazione delle componenti del principio attivo nel brevetto del farmaco.
Il 15 giugno 2012 la Corte Suprema dello Stato della British Columbia (Canada) ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli artt. 14, 21, 22, 222 e 241 del codice penale che puniscono il suicidio medicalmente assistito, per violazione del principio di piena eguaglianza nei confronti delle persone con disabilità fisiche (art. 15 della Carta canadese dei diritti e delle libertà) e per violazione dei diritti fondamentali alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona (art. 7 della medesima Carta).
La sentenza è stata rovesciata dalla Court of Appeal nell'ottobre 2013.
Nell'ottobre 2014 la Corte Suprema del Canada ha concluso per l'incostituzionalità del divieto di assistenza al suicidio per malati in condizioni di insopportabile sofferenza psichica o fisica.
La Cour Supérior del Québec ha dichiarato l’incostituzionalità della legge federale sull’aide médicale à mourir e della legge provinciale del Québec Loi concernant les soins de fin de vie nella parte in cui prevedono come requisito di accesso la morte naturale ragionevolmente prevedibile del richiedente, in quanto tale criterio deve ritenersi troppo restrittivo e contrario ai diritti fondamentali garantiti dalla Charte canadienne de droits et libertés.