Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
![](/var/biodiritto/storage/images/biolaw-pedia/giurisprudenza/19570-5-ita-IT/Giurisprudenza_imagefull.jpg)
Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Cour constitutionnelle del Belgio dichiara la parziale incostituzionalità dell’art. 3 della Legge sull’eutanasia, com’era applicabile prima della riforma del 2014, nella parte in cui la condotta del medico che viola i requisiti meramente procedurali di realizzazione dell’eutanasia è trattata, ai fini penali, allo stesso modo della condotta del medico che viola requisiti sostanziali.
Il Tribunale costituzionale boliviano ha stabilito che la decisione sulla prosecuzione o sull'interruzione della gravidanza spetta alla donna e non può essere influenzata o condizionata da decisioni di terzi.
Un gruppo di medici californiani ha fatto richiesta alla Superior Court della California per un ordine restrittivo nei confronti dell’End of Life Option Act, che prevede la possibilità di prescrivere farmaci letali a pazienti affetti da malattie terminali, in quanto contrario ai principi del giusto processo e della equal protection.
La corte d’appello del Quebec, nel capovolgere l’esito di una sentenza di primo grado, ha stabilito che la legge del Quebec sul suicidio assistito non è in contrasto con il codice penale.
La Court of Appeal for British Columbia ha rovesciato una pronuncia con la quale, l'anno precedente, era stata dichiarata l’illegittimità costituzionale degli articoli del codice penale (e in particolare della section 241) che puniscono il suicidio medicalmente assistito, per violazione del principio di eguaglianza e dei diritti alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona, enunciati nella Charter of Rights and Freedoms canadese.
La Corte d’Appello dell’Ontario ha confermato la decisione della Divisional Court del gennaio 2018, riguardante la costituzionalità della procedura di ‘effective referral’ che le disposizioni del CPSO (College of Physicians and Surgeons of Ontario) impongono ai medici obiettori, alla luce della richiesta di introdurre nuove prove a favore della posizione di entrambe le parti.
La Court of Appeal dell’Alberta (Canada) ha rigettato un ricorso presentato avverso la decisione di primo grado che autorizzava una donna, affetta da grave malattia psichiatrica fisicamente invalidante – ad accedere al suicidio medicalmente assistito. La Corte chiarisce alcuni punti relativi all’interpretazione della sentenza Carter della Corte Suprema del Canada.
La Divisional Court of Ontario ha dichiarato che le due disposizioni del CSPO (College of Physicians and Surgeons of Ontario) che prevedono l’obbligo per il medico obiettore di indirizzare in modo efficace e tempestivo il paziente ad un altro servizio sanitario e il dovere di provvedere al servizio richiesto in caso di emergenza non sono incostituzionali, ma pongono limiti ragionevoli alla libertà religiosa, e sono perciò giustificate in una società libera e democratica come quella canadese.
In data 31 gennaio 2018 la Divisional Court dell’Ontario ha dichiarato costituzionalmente legittime le disposizioni che pongono in capo ai medici obiettori l’obbligo di assicurare un effettivo rinvio dei pazienti ad altro medico non obiettore, nonché di intervenire personalmente in caso di urgenza.
Nel caso Piljak Estate v. Abraham la Superior Court of Justice dell’Ontario ha stabilito che i campioni prelevati da un paziente per finalità diagnostiche sono da considerarsi “personal property” dell’ospedale.