Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ammesso, mediante la sentenza pubblicata il 21 giugno 2017, causa C-621/15, la possibilità di considerare validi alcuni elementi di fatto, qualora sufficientemente gravi, precisi e concordanti, nell’accertamento del nesso di causalità fra il difetto di un vaccino e una malattia sviluppata in seguito alla somministrazione, nonostante la ricerca medica non si sia pronunciata né favorevolmente né sfavorevolmente a riguardo.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ammesso, mediante la sentenza promulgata il 21 giugno 2017, causa C-621/15, la possibilità di considerare validi alcuni elementi di fatto, qualora sufficientemente gravi, precisi e concordanti, nell’accertamento del nesso di causalità fra il difetto di un vaccino e una malattia sviluppata in seguito alla somministrazione, nonostante la ricerca medica non si sia pronunciata né favorevolmente né sfavorevolmente a riguardo.
La Corte costituzionale ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, della legge n. 164/1982 (Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso), ribadendo che per ottenere la rettificazione non sia obbligatorio l’intervento chirurgico demolitorio o modificativo dei caratteri sessuali anatomici primari e precisando la necessità di un accertamento rigoroso tanto della serietà e univocità dell’intento, quanto dell’intervenuta oggettiva transizione dell’identità di genere.
La Supreme Court rigetta il ricorso proposto dai genitori di un minore per cui il giudice di seconda istanza aveva confermato la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. La Court of Appeal aveva confermato che ciò fosse nel “best interest” del paziente, considerata la sua condizione di salute minata da una rara malattia mitocondriale.
La Corte Suprema del Regno Unito, con una maggioranza di 3 a 2, ha rigettato il ricorso di una donna residente nell’Irlanda del Nord, che lamentava una violazione dei propri diritti a causa dell’impossibilità di accedere gratuitamente al servizio nelle strutture pubbliche in Inghilterra (R (on the application of A and B) (Appellants) v Secretary of State for Health (Respondent)[2017] UKSC 41 ).
La Corte di Cassazione ha annullato la condanna in appello di due ostetriche per il reato colposo di interruzione di gravidanza.
La Court of Appeal ([2017] EWCA Civ 410 ) conferma un giudizio della High Court of Justice che aveva approvato la richiesta di sospensione della ventilazione artificiale e di somministrazione di cure palliative nei confronti di un bambino affetto da una rara malattia mitocondriale.
La Corte d’Appello degli UK ha riammesso il caso ABC V St George’s Healthcare NHS trust alla corte di prima istanza, concedendo alla ricorrente di presentare la richiesta volta ad accertare la responsabilità dei medici che avevano curato il padre per non averla informata del carattere ereditario della malattia che lo affliggeva.
La Corte d’Appello ritenendo non sussistente il nesso di causalità fra la somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie e lo sviluppo di un disturbo dello spettro autistico ha negato l’indennizzo accordato dalla Legge 210/1992 che era stato riconosciuto in primo grado.
La Suprema Corte dell’India ritiene che una donna, divenuta indigente dopo essere stata violentata e affetta da HIV, non abbia il diritto ad accedere a IVG a causa dello stadio avanzato della gravidanza, ma le riconosce il diritto al risarcimento del danno e all’accesso ai trattamenti sanitari.