Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
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Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Consulta dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 legge 21/2007 della Regione Piemonte (Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini ed adolescenti) per violazione dell’articolo 117 comma 3 della Costituzione, ribadendo che il consenso informato ha natura di diritto fondamentale della persona. La norma oggetto di impugnazione delineava i confini del consenso per la somministrazione di specifici farmaci ai minori, specificando sia requisiti oggettivi (forma e modalità), sia soggettivi (ruolo dei genitori/tutori e dei medici).
In un caso riguardante la mancata attribuzione della genitorialità a una coppia britannica, che aveva avuto due gemelli grazie ad un accordo di maternità surrogata con una donna ucraina, la Family Division della High Court ha stabilito che è nell’interesse dei minori riconoscere i diritti e doveri di genitori alla coppia committente.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ritenuto incompatibili con l’art. 8 della Convenzione le modalità di conservazione di campioni e dati previste dal National DNA Database del Regno Unito, istituito nel 1995. In S. & Marper v. Uk (4 dicembre 2008) la Corte, infatti, ha condannato lo stato inglese poiché la legislazione che ammette la conservazione illimitata di dati anche di cittadini innocenti (Section 64 del Police and Criminal Evidence Act, così come modificato dal Criminal Justice and Police Act del 2001), avrebbe leso il diritto alla vita privata dei ricorrenti, comportando il superamento del margine di apprezzamento statale ammesso.
La Corte costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità dell'art. 1, co. 796, lett. p), della legge n. 296/2006 (finanziaria 2007), sollevata con ricorso della Regione Veneto, e concernente la previsione di una quota fissa sulla ricetta pari a dieci euro per le prestazioni si assistenza specialistica ambulatoriale.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha escluso, per quattordici voti a tre, la violazione degli artt. 3 e 8 CEDU da parte del Regno Unito, nel caso riguardante l’espulsione di una cittadina ugandese gravemente malata di AIDS.
Il giudice tutela del Tribunale di Modena ha nominato quale amministratore di sostegno di una donna affetta da SLA il marito della paziente. Il potere-dovere di esprimere il rifiuto alla ventilazione meccanica invasiva dovrà essere esercitato in caso di incapacità della paziente e qualora la stessa non abbia espresso una volontà opposta quando ancora in coscienza.
In un caso riguardante l'accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per un detenuto e la consorte, la Corte ha rilevato la violazione dell'art. 8 CEDU da parte del Regno Unito per non aver garantito tale diritto ai ricorrenti.
La Corte di Cassazione italiana, in un caso relativo alla richiesta da parte del tutore di una ragazza posta in condizione di “stato vegetativo permanente” di interrompere l’idratazione e l’alimentazione artificiali somministrate alla stessa, ha ammesso che il giudice possa autorizzarne l’interruzione soltanto in presenza di due circostanze concorrenti:
a) l’irreversibilità della condizione di stato vegetativo della paziente, scientificamente fondata, in modo che non vi sia, in base agli standard scientifici internazionalmente riconosciuti, alcuna possibilità di recupero della coscienza e delle capacità di percezione;
b) l’accertamento univoco della volontà della paziente, sulla base di elementi tratti dal vissuto della medesima, dalla sua personalità e dai convincimenti etici, religiosi, culturali e filosofici, circa il rifiuto alla continuazione del trattamento.
Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del medico, il dott. Riccio, in quanto non punibile del reato di omicidio del consenziente ex art. 579 c.p., nonostante l’esistenza di tutti gli elementi costitutivi del reato, per la sussistenza dell’esimente dell’adempimento di un dovere ex art. 51 c.p.
In un procedimento avente ad oggetto una domanda di pronuncia pregiudiziale relativa al rimborso di cure mediche ricevute in un altro Stato membro, la Corte di Giustizia ha stabilito che l’art. 49 CE osta ad una normativa statale, che esclude qualsiasi rimborso, da parte di un ente previdenziale nazionale, delle spese sostenute in occasione del ricovero di un suo assicurato presso cliniche private situate in altri Stati membri, fatta eccezione per quelle relative alle cure prestate ai bambini di età inferiore ai 14 anni.